La parola transumanza deriva dal verbo “transumare”, ossia “attraversare”, “transitare sul suolo”. È costituita dal prefisso latino trans (“al di là”/”attraverso”) e del sostantivo latino humus (“suolo”/”terreno”).

“Il tracciato nomade, per quanto segua delle piste o degli itinerari rituali, non ha la funzione del percorso sedentario che consiste nel distribuire agli uomini uno spazio chiuso, assegnando a ciascuno la propria parte e regolandone la comunicazione tra le parti. Il tracciato nomade fa esattamente il contrario, distribuisce gli uomini o gli animali in uno spazio aperto, indefinito, non comunicante.”
– Gilles Deleuze e Felix Guattari, Mille plateaux, 1980

Migrazioni Stagionali è una rassegna di eventi espositivi che coinvolge le baite del villaggio di Hòbelté e il sentiero che le attraversa, ognuno dei quali della durata di un giorno. 

Ha luogo durante la stagione dell’alpeggio, inaugurata dalla monticazione, fase primaverile della transumanza – solitamente verso la fine del mese di maggio – in cui i pastori conducono le mandrie verso i pascoli in alta quota, e si conclude con la demonticazione in autunno – intorno al mese di ottobre – in cui si preparano alpeggi e baite al gelo invernale e umani e animali ripercorrono il sentiero verso valle.

Percorrendo i sentieri battuti nella stagione della transumanza, le opere di Migrazioni Stagionali attraversano lo spazio sulle spalle dell’artista, seguono la ricorrenza della migrazione in alta quota, ne assorbono la ritualità

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