Stratificazioni di 6mt²

Federico Zamboni
2022
telai, stampe serigrafici

“Il suolo conserva la memoria di ciò che con il tempo sedimenta. Io provo a catturare la superficie di un istante per creare una mappa di ciò che appare, e che rimane, invisibile e sommerso, nell’istante successivo e nell’eterno futuro.

La ricerca di Federico Zamboni si costruisce su una prospettiva opposta a quella di Brenno Franceschi; l’artista non cerca di entrare nel ciclo della natura immedesimandosi nei suoi meccanismi più segreti, si muove invece verso un’attenta e analitica registrazione dei movimenti naturali, lasciando alla natura la spontaneità che la caratterizza.

L’opera è un’elaborazione del workshop 6mt², serie di appuntamenti tenuti all’interno del Parco Arte Vivente (PAV), proposti da Simone Scardino per gli studenti dei corsi di Cristina Giudice dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Il progetto consiste nel delimitare con delle corde colorate quattro zone di terra poste in diversi luoghi del parco. La morfologia della terra cambia in ogni zona, e in ogni parte di essa la natura è libera di manifestarsi spontaneamente. I partecipanti osservano e registrano i movimenti, senza però mai intervenire nei processi naturali.

Amo l’incolto, perché non vi si trova nulla che abbia a che vedere con la morte – scrive Gilles Clément – la passeggiata nell’incolto è aperta a tutti gli interrogativi, perché tutto quello che vi succede è destinato a eludere le speculazioni più avventurose. Si parte dal punto di vista di Clément, dal non considerare la riconquista del terreno da parte della natura come una degradazione.
Partendo da questo presupposto, l’artista si è concentrato su quattro frame naturali: i movimenti delle zone delimita- te da gennaio a giugno. Attraverso la tecnica della serigrafia, l’artista è riuscito a trovare un linguaggio compatibile con quello naturale: il linguaggio della stratificazione. Osservando le fotografie dei diversi mesi, si captano solo singoli istanti, differenziati da tratti quasi impercettibili. La prospettiva rimane sincronica. La natura non ragiona per sincronia, bensì per diacronia, per strati: il terreno di marzo porta in sé tutto ciò che successe a febbraio, a gennaio, e così via. Le stampe serigrafiche esposte dall’artista riportano questa vera morfologia della natura; proprio perché la tecnica stessa della serigrafia lavora per strati, livello su livello, così come la natura.

L’opera si muove su un doppio livello: da un lato la stratificazione intuibile nella colonna di fogli stampati; dall’altro il singolo frame, riportato nei telai in legno. La struttura del telaio – attraverso l’emulsione fotosensibile mostra il positivo del singolo movimento mensile della natura. L’opera diventa fruibile al pubblico: lo spettatore può portare via con sé una stampa, come se fosse una mappa.

Stratificazione di 6mt² non è solamente il voler registrare la natura senza modificarla, ma è l’imitazione del linguaggio naturale: un linguaggio fatto di strati, di macchie residuali, di tracce.

Torna in alto