“Mio padre è tristemente mancato nel 2015 e la sua vita è stata contraddistinta dall’amore per l’atletica. Era una persona che conduceva uno stile di vita molto semplice e non amava possedere oggetti. L’unico che aveva assoluto valore erano le sue scarpe. Ho dunque conservato dal giorno della sua morte le ultime tre paia di scarpe da lui possedute fino ad oggi. Quindi ho calzato per l’intero periodo di residenza esclusivamente le sue scarpe, portandole con me nelle lunghe passeggiate e indossandole in ogni momento di vita quotidiana. Il rapporto tra mio padre e la natura è sempre stato viscerale ed è stato come accompagnarlo ancora un volta per i sentieri che tanto amava, essere al suo fianco dopo tanti anni. 

L’ho salutato che ero poco più che adolescente e l’ho ritrovato oggi ormai uomo. Per questo motivo l’ultimo giorno di residenza ho deciso di concludere la mia performance con un momento di ascolto collettivo, in cui ho condiviso con i miei compagni e i tutor, il primo brano del suo disco preferito. Una canzone famosissima che inizia proprio così: How many roads must a man walk down Before you call him a man?”